Un saluto a tutti!

Come avrete saputo dai giornali e dai social, ho depositato qualche giorno fa presso l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea Legislativa Umbra una richiesta per l’istituzione di una Commissione di inchiesta per l’inquinamento dell’area ternana e narnese.

A oggi l’area ternana-narnese è considerata come una delle zone più inquinate d’Italia ed è nostro dovere fare qualcosa.

Lasciatemi innanzitutto ringraziare il Gruppo Lega per aver sostenuto con forza l’iniziativa con un lavoro di squadra straordinario. Ringrazio inoltre tutti gli altri Consiglieri che mi hanno appoggiato, dimostrando così un’attenta sensibilità al problema.

Proverò ora a spiegarvi in 6 punti i motivi programmatici che mi hanno portato a questa scelta.

1. L’esigenza di una regia unica
Ho sempre detto che avevamo bisogno di una regia unica che fosse in grado di analizzare e razionalizzare il problema a fondo, svincolandolo da strumentalizzazioni e sensazionalismi: ecco, questa è la nostra occasione.

2. Il problema del suolo
Il sito Terni-Papigno figura tra i Siti di Interesse Nazionale per la bonifica dal lontano 2001, perché inquinato. Si contano ben 655 ettari di terreno contaminato. Nonostante ciò, a distanza di oltre 18 anni, il processo di bonifica si è concluso solo per il 28% dei suoli e il 2% delle falde. Con la conseguenza che nei terreni sono ancora presenti numerosi agenti inquinanti e non si comprende il motivo di tale ritardo e il responsabile di tale inerzia.

3. La qualità dell’aria
Terni figura la città del Centro Italia con i dati peggiori e vede già 10 sforamenti per i valori-limite delle polveri sottili (PM10), già nei primi dieci giorni del 2020.
Sono sempre più frequenti le denunce dei cittadini che lamentano odori molesti in numerose zone del ternano e addirittura odore di acido cloridrico nel narnese, di cui è necessario indagarne al più presto la fonte.
Situazione costantemente aggravata dalla presenza di un’industria pesante. Si pensi che vi sono addirittura quindici impianti autorizzati in A.I.A. (che è l’autorizzazione ambientale che viene concessa agli impianti con maggiori impatti sull’ambiente) nel circondario di Terni, tra i quali due termovalorizzatori e uno stabilimento siderurgico di rilievo Comunitario (AST).
Il traffico veicolare e il riscaldamento domestico, fanno il resto.  Le ordinanze comunali volte alla regolazione di tali fenomeni sembrano tamponare l’emergenza ma non sono in grado di risolvere il problema alla radice.

4. L’inquinamento idrico della zona
Sono sempre di più frequenti i casi di solventi (tetracloroetilene) e di cromo esavalente (di ben 34 volte superiore al valore limite) nelle acque.
Tanto che sono stati stimati 110 km quadrati di aree interessate da fenomeni di inquinamento delle acque e 45 siti contaminati, la cui causa rimane per lo più ignota.
A ciò si aggiunga che gli organi deputati ai controlli ambientali, invece di essere incrementati, sono stati ridotti. Si pensi alla situazione dell’Arpa Umbria che a fronte di un personale già in sotto-organico (di 30 unità), ha visto  per l’area del ternano un ulteriore calo del personale del 25%, nonché il depauperamento delle risorse della Polizia Provinciale.

5. Rifiuti
Crescono poi le preoccupazioni per la gestione dei rifiuti a causa della presenza di importanti impianti nella zona dedicati a ciò.

6. A costo zero
La Commissione sarà a costo zero. I firmatari, infatti, rinunciano all’indennità di funzione e all’ufficio di supporto della Presidenza della Commissione normalmente previsti per le altre Commissioni Regionali.-

Si tratta di un piccolo-grande passo per un iter (che porterà alla formazione della Commissione) che speriamo possa essere più rapido possibile e che possa essere di supporto all’attenta amministrazione comunale di Terni che spende ogni sforzo per tali problematiche sin dal suo insediamento.

Quello dell’inquinamento della conca ternana è un problema che non può più essere rimandato neanche a livello regionale e le #soluzioni stanno arrivando, finalmente, #adesso.

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